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glnstefer
Tecnico Circolazione (Capo Squadra Deviatori)

373 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  11:33:18  Guarda il profilo di  Visita il Sito di glnstefer
quote:
Messaggio di Eeyor

La Roma Nord è attrezzata con blocco automatico e train stop.



Proprio questo Non capisco. Com'è possibile che con Blocco Automatico e Train Stop i due convogli abbiano tamponato ?? Non ci doveva essere uno spazio libero tra i due ?????


MR FOREVER

Giuliano - STEFER http://digilander.libero.it/stefer77/
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Gemini76
Amministratore (Owner)

Lazio
36285 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  11:44:25  Guarda il profilo di  Visita il Sito di Gemini76
Si, ma le cause possono essere molteplici.

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!!FUCK RUSSIA!!
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n/a
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4036 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  13:50:58  Guarda il profilo di
Ma sul tratto in oggetto cosa c'è? BAcc?
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Gemini76
Amministratore (Owner)

Lazio
36285 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  14:44:18  Guarda il profilo di  Visita il Sito di Gemini76
Blocco Automatico con Train Stop. Non so se ci sia anche l'RS,ma considera che tra Acqua Acetosa e Montebello non ci sono impianti abilitati al movimento.
In teoria la tratta urbana è supervisionata dal DU/DCT di Acqua Acetosa..se implementassero il sistema il posto centrale potrebbe integrare il telecomando di tutti gli impianti, al momento vede la posizione del treno....e telecomanda Acqua Acetosa...

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!!FUCK RUSSIA!!
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n/a
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4036 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  20:19:10  Guarda il profilo di
Di preciso cosa intendi con Train Stop? Sistema discontinuo con boe?
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edoardo
Oper. Spec. Circolazione (Guardablocco)

Lazio
278 Messaggi

Inviato il 21/04/2010 :  20:53:39  Guarda il profilo di

Quoto Omar per quanto riguarda la parte extraurbana, l'armamento è tutto nuovo, fino a Civita è stata anche rifatta la catenaria. La parte Civita C Viterbo ha il traffico che ha. la sicurazza c'è sia nel controllo del traffico con DU (che è molto scarso) sia neggli apparati di stazione a filo.
Suppongo che hanno tolto il mezzo di soccorso da Acqua Acetosa perchè si preferisce intervenire da Catalano.
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Gemini76
Amministratore (Owner)

Lazio
36285 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  01:02:04  Guarda il profilo di  Visita il Sito di Gemini76
quote:
Messaggio di fas

Di preciso cosa intendi con Train Stop? Sistema discontinuo con boe?



Si, esatto.

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Hammill
Dirigente Movimento Operatore

Lazio
4582 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  07:58:51  Guarda il profilo di
Copio e incollo da "Il Messaggero".
T. O.

Il Messaggero

Mercoledì 21 Aprile 2010

In tutto 120 feriti medicati in vari ospedali. Maria Lucenti, 64 anni:
«Ho perso gli occhiali, allora i carabinieri mi hanno accompagnato»

«Eravamo in trappola come topi:
abbiamo aperto le porte a calci»

Il racconto dei passeggeri medicati al Sant’Andrea: «Un botto e siamo caduti tutti»

di BEATRICE PICCHI

Quelle porte che non si chiudevano, e il treno che restava fermo sui binari, «eppoi c’era uno del personale che ha pure provato a chiuderle», questo ricordano molti passeggeri che poi si sono ritrovati con la faccia per terra, le gambe incastrate tra i sostegni d’acciaio e i sedili, e sotto i piedi hanno sentito che il vagone si stava piegando su un fianco e allora hanno cominciato a urlare. «Ma alcune porte ora non si aprivano più, è stato l’incubo peggiore», e allora due uomini con il volto insanguinato, il ginocchio che faceva un male cane, si sono messi a dare calci e pugni alle porte bloccate, «ci siamo sentiti in trappola come topi...». Giuseppe fa il cuoco, ma per arrivare a Roma deve passare altre due, tre ore della sua vita sul treno Roma-Viterbo e ieri, dopo aver aperto le porte del convoglio tamponato, è pure finito all’ospedale. «Dovevo prendere il treno dopo, però ho pensato che arrivando prima a piazza Mancini mi sarei letto il giornale e avrei preso un caffé... invece mi sono beccato una radiografia al ginocchio», codice giallo al Sant’Andrea. Ce ne sono altri trentacinque di feriti, arrivati al pronto soccorso con contusioni ed escoriazioni su gambe e braccia, quattro con trauma cranico commotivo e altri con tagli sul viso, perché il botto è stato talmente improvviso e violento tra i due treni che molte persone hanno sbattuto la faccia per terra o sul sedile davanti o sui sostegni d’acciaio. «Ho avuto tanta paura, ho chiamato subito mamma per dirle che stavo bene, ma la voce mi tremava ancora», «io ho chiamato il principale, faccio l’idraulico e sto aspettando il referto del ginocchio, speriamo bene». Un’altra sessantina sono stati medicati al Gemelli, altri tra Monterotondo, Aurelia hospital, Pertini, Villa San Pietro. In tutto sono 120 i feriti, ma altri passeggeri, raccontano gli operatori del 118, sono stati accompagnati da amici e parenti che si sono precipitati alla stazione. La prima chiamata di soccorso è arrivata alla Centrale Operativa del 118 alle 6,54 e dopo tre minuti dalla postazione di Prima Porta è giunta la prima ambulanza, poi sono arrivati pure i mezzi dell’Atac per portar via i feriti, troppi per portarli via tutti con le ambulanze. E da quel momento negli ospedali è stato attivato il piano per la gestione delle maxi emergenze: più sale operatorie, più medici, più tutto per non andare a intasare i pronti soccorso.
Maria Lucenti, 64 anni, dopo esser stata visitata al Gemelli è tornata alla stazione: «Nell’incidente ho perso gli occhiali, ho chiesto aiuto ai carabinieri e con loro sono salita sul vagone che si è piegato a metà, una paura... Prima del botto ricordo che le porte non si chiudevano, poi le urla e mi sono ritrovata per terra». La donna lavora al Tuscolano, prende questa linea da 19 anni: «Ero appena salita, poi il treno alla stazione La Celsa si è fermato, c’era uno del personale che tentava di chiudere le porte di alcuni vagoni. Poi ho sentito un botto, mi è caduta la borsa, tutte le mie cose. Ora mi fa male la testa, ma per fortuna sono qui, salva, a raccontarlo». Una donna con la cartellina stropicciata si asciuga il sangue che le cola dal naso, «deve essere stato lo spavento», dice. Il fidanzato è venuta a riprenderla al Gemelli, «una maledizione ’sti treni», anche lui li usa, come le migliaia di pendolari che arrivando da Bracciano, Capranica, Manziana non hanno scelta [come spesso accade, la cronista confonde la Roma Nord con la FR3]: «O questi treni sporchi e in ritardo o nulla», «e bisogna stare sempre in piedi, e salgono anche gli ubriachi», «da Nepi alla Sapienza ci metto due ore, mi passa la voglia di frequentare le lezioni», voci di pendolari scoraggiati e rassegnati.

ìIl raddoppio del binario
unico? Mai partito
ìLa Giunta Marrazzo aveva promesso di intervenire, ma i lavori non sono iniziati.
Polverini: ora la metteremo in sicurezza

di FABIO ROSSI

Settantotto anni di storia - il tratto da Roma a Civita Castellana è stato inaugurato nel 1932, quello sul versante di Viterbo addirittura nel 1913 - per 102 chilometri di binari che collegano la Capitale (piazzale Flaminio) con il capoluogo della Tuscia (viale Trieste). La ferrovia concessa Roma-Viterbo è ancora un punto critico del sistema di trasporto del Lazio, proprio per la sua importanza. Gran parte del tratto extraurbano (quello urbano termina alla stazione di Montebello), è ancora a binario unico, con decine di passaggi a livello. L’età media dei convogli inoltre è piuttosto alta, e il livello tecnologico dell’infrastruttura (di proprietà della Regione, mentre l’Atac gestisce il servizio) è ben lontano da quello di un collegamento moderno ed efficiente con una città che è stata designata per ospitare, nel prossimo futuro, il terzo aeroporto del Lazio.
Tanti i punti ancora in sospeso. La passata giunta regionale aveva deciso un investimento di 500 milioni di euro per comprare nuovi treni e costruire un nuovo deposito, ma soprattutto per realizzare il raddoppio del tratto compreso tra Montebello e Pian Paradiso, ancora a binario unico. Ma, fino a oggi, i cantieri non sono stati ancora aperti. Insediato, ma fermo, è invece il cantiere per l’ampliamento della stazione Flaminio, capolinea romano della ferrovia. I lavori, indispensabili al potenziamento della linea anche sul percorso urbano, sono stati avviati ma si sono subito bloccati, a causa di ritrovamenti archeologici nell’area di Villa Borghese. «Voglio rivedere e valutare la situazione complessiva del trasporto pubblico locale di competenza della Regione - annuncia la governatrice Renata Polverini - Non solo per garantire la massima sicurezza al trasporto dei pendolari, ma anche una maggiore qualità del servizio». Secondo il sindaco Gianni Alemanno «è giunto il momento di garantire su quella tratta ferroviaria nuovi e qualitativi standard di sicurezza, affinché incidenti come quello di ieri non abbiano più a ripetersi in futuro».
Gli unici lavori che procedono, affidati prima a Met.Ro. e ora all’Atac (dopo la fusione delle aziende del trasporto pubblico romano) sono quelli per la ristrutturazione delle fermate sul tratto urbano. Dieci le stazioni completamente rinnovate, da piazza Euclide a La Giustiniana. Tra queste anche la stazione di Tor di Quinto - tristemente famosa per l’omicidio di Giovanna Reggiani, avvenuto nel 2007 - e quella di Monte Antenne, chiusa per anni a causa della presenza di un insediamento abusivo di nomadi. Al termine dei lavori la tratta urbana della Roma-Viterbo dovrebbe assumere le caratteristiche di una vera e propria linea metropolitana e, secondo quanto scritto nel nuovo piano regolatore generale, diventerà probabilmente una linea metropolitana leggera.
Il servizio urbano, da piazzale Flaminio a Montebello, ha una frequenza di passaggio compresa tra i 10 e i 15 minuti. Anche la fermata di Sacrofano è inclusa nella tariffa urbana di Roma, anche se vi fermano solamente i treni del servizio extraurbano [questo cronista invece si rivela molto ben informato, fino al punto di conoscere anche questa peculiarità, dipendente dal fatto che la stazione di Sacrofano è nel territorio del comune di Roma]. Due sono i chilometri di ferrovia sotterranea, che comprendono le stazioni Flaminio ed Euclide, mentre il deposito dei treni è all’Acqua Acetosa.



Dramma sfiorato poco prima delle 7 del mattino per i convogli carichi di pendolari. La bassa velocità
ha scongiurato un bilancio più grave. Aperte due inchieste. Polverini: «Garantire la massima sicurezza»
Scontro sulla Roma-Viterbo: 120 feriti

Un treno tampona l’ultima carrozza di un altro fermo a La Celsa perché le porte non si chiudevano

di MARCO DE RISI

Un boato e il rumore e sinistro delle lamiere che si accartocciano. Un rumore stridulo, da far accapponare la pelle quello sentito dai pendolari sui due convogli della Roma Viterbo che si sono scontrati ieri mattina pochi minuti prima delle sette. Il trenino della Montebello Flaminio che si trovava fermo nella stazione La Celsa, tra Prima Porta e Labaro, è stato tamponato da un altro piccolo convoglio della Viterbo-Roma. Un impatto tremendo sull’ultimo vagone. Le carrozze si sono sollevate e sono ricadute sui binari inclinate almeno di 45 gradi. Uno scenario terribile quello che è apparso ai soccorritori. Il bilancio dei feriti parla da solo anche se, fortunatamente nessuno è grave: 120 le persone che sono state medicate in sette ospedali romani. Tantissimi i codici verdi ma anche gialli. In pochi casi i feriti hanno riportato la frattura di qualche arto. Poteva essere davvero un dramma ma il caso e anche la bassa velocità hanno evitato il peggio. La magistratura ha aperto un’inchiesta e i carabinieri hanno eseguito un minuzioso sopralluogo sui binari. Saranno esaminati i dati delle centraline della tratta e nei prossimi giorni si potrà capire quali sono le responsabilità, se si è trattato di un errore umano, di un guasto meccanico, di un problema sulla linea. Intanto sulla scena del tamponamento, a soccorrere i pendolari che affollavano i due treni bianchi con la striscia verde sono intervenute decine di equipaggi delle forze dell’ordine: polizia, carabinieri, ambulanze e anche un’eliambulanza pronta ad intervenire se ci fossero stati feriti gravi. I passeggeri fuggiti dai vagoni tra grida e lacrime, alcuni con dei tagli sul viso, altri zoppicanti, diversi in stato di choc sono stati medicati e avviati agli ospedali anche con un bus dell’Atac.
L’Atac ha aperto un’inchiesta voluta anche dal Comune. «L’Amministrazione comunale ha chiesto all’Atac di costituire una commissione interna perchè vengano accertate cause e modalità dell’incidente» ha affermato l’assessore alla mobilità Sergio Marchi. Secondo una prima ricostruzione, il treno tamponato è rimasto fermo alcuni minuti nella stazione perché non si chiudevano le porte delle carrozze. Sono stati in tanti tra i passeggeri a testimoniare questo particolare. Qualche minuto di ritardo che potrebbe essere stato fatale. E’ anche vero però che il macchinista del treno che ha tamponato avrebbe dovuto sapere quello che stava accadendo in stazione. Non ci sarebbero tracce, invece, di frenate da parte del convoglio investitore che procedeva a circa 40 chilometri orari. I semafori hanno funzionato? In teoria dovevano segnalare il rosso al treno in arrivo, un passeggero avrebbe detto di avene visto uno verde. Insomma vi potrebbero essere una serie di concause, tutte da chiarire, dietro l’incidente di ieri mattina a La Celsa dove il 118 non solo ha inviato cinque ambulanze e un’automedica ma ha creato un’area raccolta feriti dove i pazienti sono stati visitati e successivamente trasportati presso i pronto soccorso anche con le navette. Fino in tarda serata la tratta è stata bloccata per permettere gli accertamenti della magistratura. L’Atac ha creato un sistema di navette per supplire alla chiusura con avvisi dei ritardi e dei blocchi anche nella metropolitana. «Ho riunito i funzionari del dipartimento regionale trasporti, subito dopo aver appreso che lo stato di salute dei passeggeri coinvolti nell’incidente non destava preoccupazione», ha affermato il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che ha convocato il direttore di esercizio di Atac Gennaro Maranzano per una prima ricostruzione della dinamica. Polverini ha annunciato di voler «aprire immediatamente un confronto con Atac e con il Comune per verificare lo stato di attuazione degli interventi sulla tratta interessata». «Più in generale - ha aggiunto Polverini - intendo rivedere e valutare la situazione del trasporto pubblico locale di competenza della Regione, non solo per garantire la massima sicurezza ma anche una maggiore qualità del servizio». Il sindaco Gianni Alemanno ha dichiarato: «Urge una verifica e una immediata messa in sicurezza della Roma-Viterbo che è una ferrovia concessa dalle FS alla Regione e di cui il Comune, attraverso Atac, gestisce soltanto il servizio. Sarà compito della Regione approntare tutte le misure per ridare serenità e sicurezza alle decine di migliaia di viaggiatori che ogni giorno giungono su quei convogli nel cuore di Roma, e sarà nostro impegno sensibilizzare la nuova amministrazione Polverini a non porre indugio nel lavorare su questa rete ferroviaria, che da tempo attende investimenti anche sulla sicurezza».

Teo Orlando
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Giovanni P
Capo Stazione

Lazio
2338 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  10:06:21  Guarda il profilo di  Visita il Sito di Giovanni P
Prima di tutto, finalmente Hammill ha risolto il problema delle lettere accentate, che dava ai nervi!
Poi è ridicolo che si usi sempre l'argomento della linea a doppio binario, se serve si fa, ma una linea si può gestire bene anche a binario singolo. Certo che non capisco come possa essere avvenuto l'incidente (col segnale a via impedita il treno non poteva raggiungere il precedente!)
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Giancarlo Giacobbo
Professional Senior(1° Aggiunto di Reparto)

Lazio
8128 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  10:21:09  Guarda il profilo di
quote:
Messaggio di Hammill

Copio e incollo da "Il Messaggero".
....... E’ anche vero però che il macchinista del treno che ha tamponato avrebbe dovuto sapere quello che stava accadendo in stazione. Non ci sarebbero tracce, invece, di frenate da parte del convoglio investitore che procedeva a circa 40 chilometri orari. I semafori hanno funzionato? In teoria dovevano segnalare il rosso al treno in arrivo, un passeggero avrebbe detto di avene visto uno verde.

quello che il passeggero ha visto era sì un verde, ma quello per il treno investito.
Vedasi l'aspetto del segnale in alto nella foto.


Giancarlo
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368 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  10:35:30  Guarda il profilo di
Quella che non ci sono segni di frenate se la potevano risparmiare....

www.busbusnet.com
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emipaco
Amministratore(Capo Reparto Movimento)

Lazio
15877 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  11:45:10  Guarda il profilo di
come navette bus, durante la sospensione del servizio, hanno usato i cursor di grottarossa, tabellati NAV e la località di destinazione (grottarossa o montebello)...

colui che sorride quando le cose vanno male ha già trovato qualcuno a cui dare la colpa (Arthur Bloch)
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Il Mondo dei Treni
Moderatore(Coordinatore Movimento)

Lazio
755 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  12:18:00  Guarda il profilo di  Visita il Sito di Il Mondo dei Treni
allora
Alemanno ha sparato la vaccata del secolo dicendo che la linea è delle FS....
Qualcuno gli dovrà pur dire che la FR3 è una cosa,la Roma Nord un'altra....ed è della regione
Il segnale è ovvio sia verde, La Celsa è fermata, è quello è un segnale di Blocco Automatico.
Il problema semmai è...come era il segnale di Prima Porta?
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Massimo L.
Oper. Spec. Circolazione (Guardablocco)

Lazio
225 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  12:50:08  Guarda il profilo di
Eppure Alemanno dovrebbe conoscere bene questa linea, anzi le dovrebbe essere grato, se non era per l'omicidio della Reggiani a Tor di Quinto e l'onda emotiva anti rom seguita, col cavolo che vinceva le elezioni....
Ma forse è come Bush che non era capace neppure di indicare sulla cartina dove si trovava l'Iraq pur avendolo fatto invadere?!

Modificato da - Massimo L. il 22/04/2010 12:50:43
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Massimo L.
Oper. Spec. Circolazione (Guardablocco)

Lazio
225 Messaggi

Inviato il 22/04/2010 :  15:02:38  Guarda il profilo di
Dal Messaggero

( 22 aprile) - Le stazioni fantasma sulla Roma-Civita Castellana-Viterbo parlano di insicurezza, buio, disagi, paura. Treni vecchi e fatiscenti. Persone che attraversano i binari a qualsiasi ora del giorno. Pareti a volte prese in prestito dalla fantasia dei writers, e molte altre ancora ostaggio di liberi e anonimi imbrattatori. Vista con gli occhi di un macchinista è semplicemente «una delle ferrovie peggiori d’Europa».

Come nel Far West. Marco, (il nome fittizio che abbiamo attribuito a un macchinista da 15 anni in servizio su questa linea), annuisce quando al capolinea di Piazzale Flaminio, mentre i pendolari terminata la giornata di lavoro sciamano verso i binari, gli si domanda se le lamentele dei passeggeri siano da considerarsi fondate. «Le stazioni? Per lo stato in cui versano sembra di tornare ai tempi del Far West». E anche riguardo a chi mette a repentaglio la propria vita scegliendo di attraversare i binari invece di usare i sottopassaggi, osserva: «Capita tutti i giorni, ma nessuno se ne occuperà finché non finirà in tragedia. Mi è successo più volte di dover frenare all’ultimo momento per evitare il peggio. Fortunatamente mi è sempre andata bene».

La Celsa: 120 feriti. Nella mente di molti pendolari, è ancora fresco il ricordo dell’incidente avvenuto martedì mattina alla stazione di La Celsa, dove il tamponamento tra due convogli ha causato il ferimento di 120 persone. Un problema al sistema di chiusura delle porte ha determinato il ritardo nella ripartenza di un treno fermo in stazione, che è stato tamponato da quello successivo.

«I guasti? Sono all’ordine del giorno». «E’ stato tremendo – dice Valentina D, 18 anni, maturanda al liceo Machiavelli di piazza Indipendenza– Abito a Labaro e avrei potuto esserci io su quel treno. Accade tutti i giorni che le porte non si chiudano. I treni sono sporchi e sempre in ritardo. Anche perché spesso si resta fermi 10, anche 15 minuti dentro le gallerie. Ho domandato più volte al personale, ma nessuno mi ha mai saputo dare una spiegazione». Mentre per capire perché molti pendolari hanno paura di arrivare in stazione quando il buio è ormai calato sulla città, basta scendere a una fermata qualunque del tratto urbano, quello compreso tra piazzale Flaminio e Montebello (finora le stazioni ristrutturate sono: Saxa Rubra, La Giustiniana, Montebello, Parioli, Acqua Acetosa, Tor di Quinto, Monte Antenne e Campi Sportivi). Immagini che parlano da sole, e i passeggeri non lesinano lamentele.

Attraversamento sui binari. Alla fermata di via Due Ponti sembra quasi che una delle figure ritratte nell’immenso murales che “anima” le pareti del sottopassaggio abbia preso vita, quando si scorge la signora Antonella salire la rampa di scale che portano al binario. «Ogni volta che imbocco quel cunicolo spero sempre di non trovare qualcuno pronto ad aggredirmi – afferma - qui controlli non ce ne sono». E mentre Antonella parla, un gruppetto di tre ragazzi sgattaiola sui binari per raggiungere la banchina in direzione Roma. «Accade di continuo, non è certo una novità – conferma stizzita, Paola, impiegata alla Protezione civile – E per fortuna che ora hanno ripristinato l’illuminazione del sottopassaggio. Fino a poco tempo fa anche io attraversavo sui binari. Preferivo rischiare la vita in quel modo, piuttosto che inoltrarmi da sola in quel corridoio». La biglietteria è chiusa. Solitario, un cestino dei rifiuti rotto e stracolmo fa compagnia ai pendolari in attesa del treno. Il montacarichi per i disabili, alla stazione di Due Ponti, sembra essere un’ utopia.

La Celsa: off limits. Stesso discorso anche a La Celsa. L’ascensore per disabili, indispensabile per uscire dalla stazione, viste le rampe di scale da percorre, ci sarebbe. Ma non è in funzione perché «non essendoci il personale di stazione – dice un controllore - è stato disattivato». Poco male. Almeno si evita la frustrazione di percorrere quel sottopassaggio sporco e buio (diversi neon sono fulminati) e arrivare sulla banchina, visto che per salire a bordo del treno occorre salire comunque quattro scalini.

La scia di degrado. E non finisce qui. Per capire dove porta questa scia di degrado basta seguire gli spruzzi di vernice delle «crew» del graffito, osservare le ombre marroncine provocate dalla polvere di ferro sui mattoncini bianchi prefabbricati, contare i cumuli di cicche sui binari e le decine di pacchetti di sigarette vuoti sulle banchine. O i raccoglitori per i rifiuti, il più delle volte distrutti. Potreste essere arrivati nelle stazioni di Prima Porta, Labaro o chissà quale altra ancora.

La ferrovia fantasma. Ma la Roma-Civita Castellana-Viterbo non è solo degrado. A Grottarossa, ad esempio, oltre alle postazioni antincendio, anticamente dotate dell’apposito estintore, oggi riutilizzate come innovative pattumiere, si ha la possibilità di imbattersi nello sguardo preoccupato di una mamma con il passeggino costretta a dipendere dalla gentilezza degli altri viaggiatori perché altrimenti non saprebbe come salire e scendere dal treno. E né tantomeno imboccare le scale di un sottopasso per arrivare ai binari. Di contro, non si speri di incontrare un disabile sull’intera linea. Perché per le persone con problemi motori, questa è semplicemente una ferrovia fantasma. Inaccessibile. Quindi inesistente.
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