Linee Ferroviarie
La ferrovia Palmanova - S. Giorgio di Nogaro
(via Bagnaria Arsa)
Le prime notizie
ufficiali e documentate riguardanti i progetti o, per meglio dire, le idee,
per la costruzione di una linea ferroviaria che collegasse i vari centri dell'Alto
Adriatico da Venezia a Trieste, risalgono al 20 Febbraio 1865. Infatti, in quell'anno,
tutte le Delegazioni Comunali, tra cui anche San Giorgio di Nogaro, interessate
alla suddetta opera presentarono un'istanza alle Camere di Commercio di Venezia
e di Trieste in cui proponevano la costruzione della linea ferroviaria. Entrambe
le Camere di Commercio risposero a questa petizione in modo evasivo e non soddisfacente,
dimostrando scarso interesse. Comunque, l'insistenza e
la tenacia con cui le Autorità locali cercarono di sensibilizzare i Governi
centrali e le Camere di Commercio attirarono l'interesse di alcuni tecnici ferroviari.
Il 14 Dicembre del 1865 apparve sul Giornale Ufficiale della Camera
di Commercio e Industria di Venezia un articolo dell'ingegnere Giovanni Antonio
Romano il quale si dichiarava favorevole al progetto della costruzione di una
ferrovia fra Trieste e Venezia. Egli tracciò quindi un progetto di massima,
cercando ovviamente la via più breve. La ferrovia,
perciò, avrebbe dovuto attraversare zone paludose ed acquitrini e passare
inoltre ad una notevole distanza dai vari centri abitati, tra i quali Portogruaro
e San Giorgio di Nogaro. Su richiesta di questi centri abitati il progetto iniziale
venne in parte modificato nel 1866 dall'ingegnere Giovanni Malaspina. Il 29
Luglio del 1879 veniva approvata dal Parlamento del Regno, con il consenso dell’allora
Re d'Italia Umberto I, la Legge n.5002 (Serie 2°), che autorizzava in base
all'articolo 10 la costruzione di 1530 chilometri di linee ferroviarie secondarie
o di complemento, con il concorso alle relative spese da parte dei Comuni interessati
che ne avessero fatto esplicita richiesta (Gazzetta Ufficiale dei Regno 30 Luglio
1879 n.177). Tuttavia, forti furono le perplessità
delle Autorità Governative in merito e non furono prese iniziative di
sorta. Questa situazione di stallo e di latitanza da parte
delle Autorità di Governo favorì l'iniziativa da parte di privati:
nel caso in questione fu la Società Veneta, specializzata in costruzioni
ferroviarie, a considerare la possibilità di costruzione della ferrovia,
progetto che prese via via consistenza e alla fine divenne realtà. In
cinque anni, a cominciare dal 1883, la Società Veneta realizzò
il primo collegamento ferroviario tra San Giorgio di Nogaro con Palmanova e
Udine. Successivamente si costruì il secondo tratto, da San Giorgio di
Nogaro a Latisana - Portogruaro, ed infine il terzo tronco, da San Giorgio di
Nogaro a Cervignano, a completamento della Venezia-Mestre Monfalcone, che permetteva
il collegamento diretto fra Venezia e Trieste Per la realizzazione dell'opera
venne richiesto un contributo annuale fisso a tutti i Comuni interessati. I
cittadini di San Giorgio di Nogaro furono molto riluttanti ad autorizzare il
Sindaco di allora, Pio Ferrari, a firmare il contratto, anche perché
la quota imposta al paese proporzionalmente al numero degli abitanti, era la
più gravosa dopo quella di Udine. Dopo infinite tergiversazioni e molte
polemiche, il 13 Aprile del 1883 il Sindaco Pio Ferrari firmò il contratto
con cui San Giorgio di Nogaro si impegnava a pagare la somma di 4.000 lire annue
per la durata di 35 anni. Per San Giorgio di Nogaro si stava aprendo una nuova
era: quella ferroviaria. Verso la metà dell'ottocento, periodo cui si
riferiscono i fatti, un piccolo paese della Bassa Friulana com'era San Giorgio
emarginato e lontano dalle vie di comunicazione di qualsiasi sorta, l'ipotesi
di costruzione di una strada ferrata portò senz'altro negli animi degli
abitanti ed anche a quelli preposti alle decisioni, motivo di turbamento di
perplessità e di discussioni. Nonostante ciò la Palmanova - San
Giorgio di Nogaro fu comunque interessata quasi sempre da uno scarso movimento
passeggeri, prettamente locale, dovuto anche al fatto che aveva una sola fermata
intermedia, Bagnaria Arsa, praticamente un casello. La prima guerra mondiale
investe direttamente la ferrovia, che si trova proprio a ridosso del fronte.
Passata sotto la gestione FS al termine della Prima Guerra Mondiale, la linea
resta sempre e comunque interessata da uno scarsissimo traffico passeggeri e
merci. Anche durante il periodo della II^ guerra mondiale, la stazione di San
Giorgio di Nogaro seguì inevitabilmente le tristi vicissitudini del conflitto.
Innumerevoli furono le incursioni dell'aviazione inglese sugli impianti ferroviari
Quasi giornalmente le sirene annunciavano l'arrivo dei caccia o dei bombardieri
che mitragliavano o bombardavano a seconda dello scopo per cui erano partiti.
L'obbiettivo prioritario era quello di colpire convogli in sosta in stazione
e distruggere il ponte in ferro sul fiume Corno. Scopo mai totalmente raggiunto
se non per dei danneggiamenti marginali ad una travata in ferro sul binario
lato-monte. A partire dagli anni '50, lo scarso traffico passeggeri (negli ultimi
anni prevalentemente studenti) venne affidato ad automotrici: prima le ALn556
FIAT, poi le ALn772 OM . Sempre negli anni'50 si diede inizio ad imponenti lavori
che in pochi anni cambiarono il volto della stazione di San Giorgio di Nogaro. Iniziarono i lavori per
la palificazione della linea elettrica ed in contemporanea anche per la centralizzazione
degli scambi manovrati tutti elettricamente. Seguirono quindi quelli per la
stesura del filo di contatto aereo. A tale scopo fu costruita una sottostazione
elettrica e due fabbricati alloggi per il personale ferroviario e le loro famiglie.
L'elettrificazione non interessò però la linea Palmanova - S. Giorgio di Nogaro,
che restò in trazione diesel. Lo scarso traffico non ne giustificava
l'elettrificazione. In questi anni sono le ALn 668.1200 del deposito locomotive
di Treviso che prendono il posto delle anziane ALn 772. Alcuni treni si fondevano
a Palmanova con quelli della linea Udine - Cervignano, con curiose ed insolite
accoppiate di ALn+ALe. La linea prosegue la sua monotona vita di secondaria,
senza che si registrino eventi degni di nota, fino al 1976. In quell'anno
infatti un gravissimo sisma del 1976 devastò gran parte
del Friuli radendo al suolo intere città, senza interessare però la linea, anche se vennero immediatamente inviate
alcune carrozze a San Giorgio di Nogaro per permettere alla popolazione di trascorrere
la notte in tranquillità. Gli ultimi anni di servizio videro circolare
sempre meno treni, sempre più vuoti. Addirittura, alla fine degli anni
'80 veniva fatta una sola corsa al mattino presto da S.Giorgio di Nogaro a Palmanova,
affidata a due ALn 668.1200 del DL di Treviso. Interessante era, negli ultimi
anni d'attività, un pesante servizio merci di 1500 Tonnellate (legname) svolto
da una D345 di Udine tra Udine e S.Giorgio. Dopo l'entrata
in servizio del nuovo scalo merci di Cervignano Smistamento la linea perde
gran parte del residuo traffico merci e l'agonia è ormai evidente, con
treni sempre più vuoti. Tutto ciò comporta la sospensione del traffico passeggeri a partire dal
1997. Tale chiusura, c'è da dire, passò praticamente inosservata. Successivamente
alla sospensione del servizio passeggeri rimane però, per qualche anno, una
tradotta merci trainata da una D 141 di San Giorgio di Nogaro per Palmanova,
poi l'abbandono e l'oblio. Il servizio passeggeri è attualmente affidato ad
alcune coppie di autobus sostitutivi, più che sufficienti in relazione allo
scarso movimento passeggeri. Interpellata sulle motivazioni della chiusura e
sull'eventuale futuro della linea, Trenitalia SpA, DTR Friuli - Venezia Giulia,
in data 08/06/2004 ha fatto così risposto " ...il traffico
– a partire dagli anni 90 – è andato calando vistosamente
e, viceversa, sono fortemente cresciuti i costi relativi non solo ai mezzi e
al personale impiegato ma anche alla manutenzione stessa della linea. Quando
il numero dei viaggiatori per ogni corsa si è attestato sotto le 50 unità,
è risultato evidente che gli autobus erano di gran lunga più adeguati
ad effettuare il servizio.
E’ difficile dunque parlare di prospettive future: la linea sembra destinata
a scomparire non avendo più alcuna valenza nè per il trasporto
viaggiatori nè per quello merci. "
Dati Tecnici:
Apertura: | 26/08/1888 |
Chiusura: | 1997 |
Lunghezza: | 10 Km |
Pendenza massima: | 8 per mille |
Binario: | singolo non elettrificato |
Esercizio: | Dirigenza Locale |
Stazioni: | 2 |
Fermate: | 1 |
Compartimento RFI: | Trieste |