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LA STORIA DEL TRAM A ROMA


Parte 5:  Proseguono le soppressioni (1960 - 1970)


Nel 1960 Roma ospita i Giochi Olimpici:occasione unica anche per ristrutturare la rete di trasporto pubblico, già rivoluzionata con l'apertura di nuove strade. Ma non si tiene conto delle linee tranviarie esistenti come punto di forza delle rete e si punto tutto sul bus eliminando gran parte delle linee superstiti.. Da notare anche la scarsa voglia di difenderle dall'attacco della gomma. Cadono quindi la linea 1 (eliminata per il cambio dei sensi unici a piazzale Flaminio e in viale Tiziano). . Il caso della linea linea 1 è emblematico ed assurdo. Fino all'estate 1960 l'anello capolinea dell'1 a piazzale Flaminio era percorso in senso orario; per una modifica nella disciplina del traffico sulla Flaminia, onde evitare la soppressione della linea, il senso di percorrenza sull'anello deve essere cambiato. Tutto ciò  comportò un notevole lavoro per sistemazione di scambi, incroci, e fermate. Lavoro del tutto inutile dato che, ad una sola settimana dall'attivazione del nuovo capolinea, l'adozione di nuovi sensi unici su via Flaminia e viale Tiziano decreterà la fine definitiva del tram . Alla fine del 1960 la lunghezza di esercizio della rete tranviaria è ridotta a 116 km. Siamo orami in pieno boom economico ed automobilistico, ed il tram, con mezzi tra l'altro ancora legati agli standard anteguerra, sono visti come mezzi ormai superati. Del resto non si può dar completamente torto a chi vede il tram come un mezzo di trasporto arretrato, vista l'anzianità del parco vetture ATAC. A peggiorare la situazione è anche il crescente traffico automobilistico: gli ingorghi diventano sempre più frequenti e a farne le spese è tutto il trasporto pubblico in generale che subisce ritardi e rallentamenti: ad essere penalizzato maggiormente è ovviamente il tram, che avendo un impianto fisso non può destreggiarsi nel caos cittadino. Il problema potrebbe essere facilmente risolto creando delle corsie riservate per i mezzi pubblici (tram in primis) ma in questo clima di generale ostilità verso il mezzo su rotaia si decide di risolvere il problema con un massiccio piano di soppressione.  L'unico contentino per gli utenti, in questo clima di soppressioni, è l'istituzione dell  linea 23 barrato San Paolo - Monte Savello che avrà vita breve finendo  soppressa nel 1962 quando anche il lungotevere dei Pierleoni diventa senso unico. Dal 19 febbraio 1962 la ED abbandona ponte Risorgimento ed è instradata per via Flaminia, via Azuni e ponte Matteotti. In questi anni prosegue l'accantonamento massiccio del materiale a due assi oramai in esubero rispetto alle reali esigenze di una rete sempre più vittima dei tagli, e lunghe file di tram sono abbandonati su tratti di binario non più utilizzati, come sull'anello della ES (ora esercitata con autobus) al viale dello scalo di S. Lorenzo e sui raccordi di viale Carso presso il deposito Vittoria o a fianco del deposito S. Paolo. . Il futuro del trasporto tranviario non è dei più rosei: nel 1963 vengono soppresse e trasformate in autobus, senza apparente motivo, le linee 6,15 e 16. Qualche flebile speranza di rinascita si ha con il prolungamento del 7 a P.zza Istria, ma l'anno dopo l'ATAC riprende le soppressioni sostituendo con autobus il 9, il 10 rosso, il 10 nero ed il 18. Sulle linee che, per intensità del traffico, erano sempre state esercitate con motrici a due assi (in unità singole), radiate con le ultime soppressioni circolano ormai le sole MRS chiaramente non utilizzate al meglio. Sempre in questi anni scompare definitivamente il residuo servizio merci a servizio sia dei mercati generali di Via Ostiense sia a servizio dei vari mercati romani svolto tramite tram.

Vettura articolata Mater 5061 in servizio sulla linea 13 fotografata in P.le Labicano nei primi anni '60. Sono gli ultimi servizi per queste vetture che nel giro di pochi anni verranno radiate e demolite

Le articolate MATER serie 5000 seguitano invece a fare servizio principalmente sulle linee 12 e  13; ma la consistenza del parco rotabili è oramai sovrabbondante rispetto alle linee da servire ed entro il 1965 anche le MATER sono radiate. Di conseguenza si ha una completa ridistribuzione del materiale rotabile, con le Stanga che esercitano la circolare esterna , il 7 e il 12, e le venti PCC All Electric impiegate sulla linea 14; le restanti linee sono tutte esercitate con le MRS. anch'esse in numero superiore al necessario, tanto che vederne una del primo gruppo diventa oramai una rarità. Purtroppo le soppressioni proseguono senza sosta: nel 1966, per la costruzione di un sottovia a piazza della Croce Rossa, il 5 e il 7 sono limitati a piazza Indipendenza, dopo che incomprensibilmente era stato costruito un binario provvisorio per mantenere il traffico durante i lavori. Il destino della rete tranviaria romana sembra ormai segnato, come in molte città italiane che vedono la definitiva scomparsa dei tram. Invano l'ATAC, in questi anni, chiede il ripristino del doppio senso di marcia sui lungotevere o la sistemazione di un binario sul lungotevere di destra per poter ripristinare il tram almeno sul 23, sul 28 e sulla ES; invano chiede anche analoghe misure per poter riattivare il tram 1 sulla Flaminia. La stampa, di ogni colore e tendenza politica, è unanime nel condannare queste  pretese, che ovviamente neanche vengono prese in considerazione dagli organi competenti. Demolite intanto tutte le motrici ed i rimorchi a due assi, alienate le articolate Mater, sono le STANGA insieme alle MRS sopravissute ed alle giovani PCC a rimanere l'ossatura portante della malmessa rete romana che alla fine degli anni '70 vede ancora in servizio 7 linee tranviarie. Fortunatamente l'ATAC, che aveva dovuto subire spesso il taglio di fiorenti linee tranviarie, fin dagli anni '50, aveva in progetto una nuova linea per sostituire la circolare esterna, ormai ridotta ad un pallido fantasma di quella che era un tempo. Questa linea, alla quale il numero 30 era stato assegnato in epoca  remota, avrebbe dovuto configurarsi non più come una circolare, ma con un percorso ad U (motivo per cui la linea era spesso detta linea ad U). Il tracciato previsto per la linea 30 era molto ardito e per certi lati, anche abbastanza utopistico per l'epoca: partendo da un capolinea posto in piazza San Giovanni di Dio sulla circonvallazione Gianicolense, la linea sarebbe scesa verso la stazione di Trastevere sui binari usati dal 13 e da viale di Trastevere avrebbe imboccato via Induno e da qui, transitando su ponte Sublicio, attraverso via Marmorata sarebbe giunta a Porta San Paolo. Da qui avrebbe seguito il vecchio itinerario della circolare rossa (che ricordiamo all'epoca era ormai esercitata con tram in un solo senso, numerata 29, mentre la ES, autobus, è ora 30) fino a piazza Ungheria, dopo la quale  avrebbe imboccato viale Parioli e più o meno seguendo il tracciato di parte dell'antica linea 2 sarebbe giunta in via Flaminia. Superato il Tevere su di un ponte, la linea 30 avrebbe imboccato viale Giulio Cesare per passare poi su via Baldo degli Ubaldi e terminare in piazza Irnerio. Un progetto di tutto rispetto che, se attuato, avrebbe senz'altro dotato la città di una linea con una  notevole capacità di trasporto. Purtroppo, le cose andarono diversamente dai progetti: l'ATAC, forse troppo ottimisticamente, non aveva calcolato l'ostilità che ancora regnava forte nei confronti del tram. Nel 1965, viene presentata la prima bozza del progetto che passò quasi inosservata: si era in piena campagna di dismissione della rete tranviaria e nessuno poteva pensare che un tale progetto potesse venire realizzato Invece, pur fra varie difficoltà e ritardi, la cosa andò avanti fino al punto in cui l'approvazione del progetto esecutivo della linea sembrava imminente. A questo punto però il fronte anti-tram si svegliò e con ben congegnate ed ovviamente strumentali manifestazioni di piazza, con l'appoggio fondamentale sia della stampa che di molte forze politiche,sempre sensibili agli "umori" del proprio elettorato, riuscì a bloccare il tutto. In un simile clima  il progetto venne provvisoriamente messo da parte ma non del tutto abbandonato. Il futuro del  trasporto tranviario a Roma non sembra però essere dei più rosei, eppure il rischio di completo smantellamento della rete, come già avvenuto in altre città italiane, è stato superato. Sebbene il decennio orami alle porte porterà ancora qualche soppressione, presto inizierà una nuova stagione per il trasporto tranviario 

Tram Stanga 7041 in servizio sulla linea 29 mentre transita in Via Flaminia

Parte 6: Ultime soppressioni e timidi tentativi di rinascita (1970-1980)

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