
Linee Ferroviarie
(Centro)
L'Aquila - Capitignano
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Veduta della stazione di Capitignano nei primi anni di esercizio
della linea |
Fin dal lontano 1863, allo scopo di avvicinare
la città de L'Aquila al mare, dando anche un valido sbocco alle
popolazioni residenti nella Valle dell'Aterno, si studiarono e si
redissero progetti per costruire una ferrovia che collegasse
L'Aquila a Teramo. Nel 1906 si costituì a Bologna la
Società Anonima d’Imprese Industriali dell’Alto Aquilano e nel 1909 veniva
pubblicato il progetto definitivo della linea ferroviaria che il 23 luglio 1910
fu inoltrato al Ministero dei Lavori Pubblici con realtiva richiesta di
concessione. Negli anni seguenti i vari Enti interessati deliberarono
i vari sussidi proporzionati a ciascuno e precisamente: Provincia di Aquila L.
3.500, Comune di Aquila L. 2.500, Arischia L. 100, Barete L. 200, Cagnano L.
300, Montereale L. 500, Capitignano L. 700, Pizzoli L. 1.000, per un totale di
L. 8.800, oltre a L. 10.000/Km. (cioè circa L. 320.000) da parte dello Stato.
Il costo totale dell’opera, compresi i macchinari era previsto pari a circa L.
5.000.000. La società nel frattempo si trasformò in Società anonima Industriale
dell’Aterno (SIA). Il progetto originario della ferrovia L'Aquila - Capitignano
prevedeva Km. 32,200 di linea, a scartamento ordinario e trazione a vapore.
Lungo il percorso erano previste 5 stazioni: L’Aquila, Pizzoli, Marana,
Montereale e Capitignano e 5 fermate intermedie: Coppito - Cansatessa, San
Vittorino, Cermone, Barete, Cagnano. Il 23 luglio del 1910 la SIA inoltrò al
Ministero dei Lavori Pubblici la domanda di concessione per la tratta Aquila -
Capitgnano,tenendo conto di un sussidio chilometrico da parte dello stato di
lire 6.500 per 70 anni e per un tronco che misurava 30,092 km. Il sussidio venne
poi in un secondo tempo ipotizzato per soli 50 anni per un importo totale di
826.725 lire. Il costo complessivo dell'intera linea venne invece stimato essere
di 5.090.542 lire. Di fronte alle richieste ed alle buone intenzioni della
società, tra il 1910 ed il 1912 anche la Provincia de L'Aquila ed i comuni
interessati al tracciato deliberarono uno stanziamento proporzionale alle loro
finanze per una somma complessiva di 8.800 lire. L'aumento dell'estrazione della
torba nel bacino di Campotosto moltiplicò le pressioni per la realizzazione
della ferrovia che veniva vista come un rapido vettore per il trasporto della
torba fino a L'Aquila da dove poi sarebbe potuta essere smistata verso Sulmona,
Roma e Terni. La scoppio della prima guerra mondiale
bloccò però sul nascere l'inizio dei lavori che poterono iniziare solo nel 1919
a seguito delle forti pressioni e degli interventi da parte delle municipalità
interessate. Il 20 gennaio 1920 venne finalmente sottoscritto l'atto di
concessione tra il Ministero dei Lavori Pubblici e la Società Anonima
Industriale dell'Aterno,che,già tre mesi prima aveva iniziato lo studio del
prolungamento da Capitignano a Teramo. Il primo tronco, L'Aquila - Pizzoli, di
13+300 Km, venne inaugurato il 22 Agosto 1920, mentre il secondo
(Pizzoli - Capitignano) venne attivato il 27 febbraio 1922, insieme
all'allacciamento con la rete FS I
lavori procedettero celermente in quanto l'intero percorso si
mostrava abbastanza rettilineo, con poche curve e con
modestissime opere d'arte. Per il trasporto del materiale d'armamento vennero
utilizzate alcune locomotive noleggiate dalle FS, in attesa della fornitura di
rotabili alla S.I.A. In attesa del completamento della
linea, la S.I.A. (Società Industriale Aterno) concessionaria
della linea, attivò il servizio viaggiatori, che, sebbene nei primi mesi di
esercizio facesse registrare un notevole afflusso di passeggeri,aveva pochissime
corse giornaliere: due coppie di corse che salirono a a 3 nel 1926. Anche i
tempi di percorrenza erano abbastanza elevati:1 ora e 10 minuti
per percorrere i 31 Km complessivi della linea ad una media di poco più di 20
Km/h non erano certo il massimo per una linea che era stata progettata per
proseguire fino a Teramo e che era stata realizzata con criteri che dovevano
permettere velocità più sostenute. Ma tutto ciò alla S.I.A. non interessava in
quanto lo scopo principale della ferrovia per cui era nata la ferrovia era il
trasporto della torba. La società concessionaria disponeva di 4 locomotive
a vapore, che trainavano gli esigui convogli. Come tradizione di molte altre
concessionarie le locomotive vennero ribattezzate con i nomi delle località
servite dalla ferrovia: 1 - "Aquila" ; 3 - "Pizzoli" ; 4 - "Montereale" ; e
2 - "Capitignano".Si trattava di locotender, di costruzione OM e 360
HP di potenza. Acquistate per l’importo di L. 500.000 cadauna, venivano
alimentate con la torba di Campotosto. I convogli viaggiatori erano composti di
4 carrozze. La SIA disponeva anche di 6 carrozze a terrazzini a due assi,
con coloritura in grigio scuro ed interni in legno, di 4 carri chiusi per il trasporto merci e di
36 carri aperti per il trasporto della torba.
Leggermente più sostenuto era il traffico
merci, grazie anche allo sfruttamento di ampi giacimenti di torba
ubicati nella zona di Campotosto, tanto che alcuni treni merci venivano
effettuati con personale FS e locomotive del Gr. 851. Le merci trasportate,
oltre alla torba, erano legname, castagne mattoni (fornace di Piedicolle)
bestiame, lana, maglie, alimentari in genere (in particolare patate mele
castagne e vino); a Piè di Colle, che poi era la Stazione di Montereale, vi era
un deposito per le merci da e per Amatrice, che veniva raggiunta con carretti,
in 6 ore circa. Numerosi e vani furono nel corso degli anni gli
sforzi di far proseguire i lavori per raggiungere Teramo,
condizione necessaria per salvare dalla chiusura una linea,
progettata per ben più ampi servizi, che, nonostante la diminuzione dei tempi di
percorrenza, di anno in anno
mostrava tutti i suoi limiti, con scarsissimo traffico
passeggeri. Anche il traffico merci iniziò a mostrare una netta flessione,
aggravata dal drastico calo dell'attività estrattiva della torbiera di
Campotosto. Nonostante i comizi, le pressioni e le proteste popolari, i
solleciti dei Comuni al Re e a Mussolini nessun passo venne fatto per il
prolungamento della linea. Tutto ciò, unito al calo di anno in anno dei
giacimenti di torba, decretò di fatto, la morte della linea, che
venne chiusa, al traffico passeggeri il 14 ottobre 1933, quasi
nell'indifferenza totale. La Società Aterno chiese dapprima la riapertura della
linea al traffico viaggiatori, poi l'autorizzazione alla trasformazione della
ferrovia in tranvia, ma non venne autorizzata. Al posto del collegamento
ferroviario la stessa società esercente istituì delle corse automobilistiche che
mantennero lo stesso orario dei treni soppressi, senza peraltro apportare
migliorie nei collegamenti sulla tratta in quanto i tempi di percorrenza si
rivelarono uguali a quelli del soppresso servizio ferroviario. Per altri due anni sopravisse il
servizio merci,con due corse settimanali che si effettuavano il mercoledì ed il
sabato. Il 16 ottobre 1935 anche questo servizio venne sospeso ed il materiale
rotabile venne accantonato nella stazione de L'Aquila. Nel 1936, una
ripresa dell'attività della torbiera fece sperare in una riapertura della
ferrovia, che non avvenne in quanto si preferì trasportare la torba con camion. Nella
primavera del 1944 la linea, che sebbene chiusa non era stata ancora disarmata, venne
saltuariamente utilizzata dalle truppe tedesche. Si trattò di sporadici servizi
che probabilmente non si spinsero mai fino a Capitignano. Poi di nuovo l'oblio
scese sulla linea che parve dimenticata da tutti, con stazioni abbandonate e
binari seppelliti dalle erbacce. Lo
smantellamento definitivo avvenne a metà degli anni '60, probabilmente per
recuperare il materiale ferroso. In circa due mesi tutta la linea venne
rapidamente smantellata: i binari vennero inviati a Milano per essere riciclati
come ferro, mentre le traverse vennero vendute a privati. Tramontava
definitivamente così il sogno del collegamento ferroviario tra L'Aquila a
Teramo, sostituito,oggi, dal collegamento autostradale. Nonostante i tanti
anni passati dalla chiusura della ferrovia, al giorno d'oggi resiste ancora gran
parte del tracciato, sebbene privo di binari , e quasi tutte le stazioni, tra
cui quella terminale di Capitignano, trasformata in ristorante.
Dati Tecnici
Data di apertura: |
27/02/1922 (intera linea) |
Data di chiusura: |
14/10/1933 servizio viaggiatori,16/10/1935 servizio merci |
Lunghezza: |
Km 31+330 |
Binario: |
singolo non elettrificato |
Pendenza: |
25 X 1000 |
Stazioni: |
5 |
Fermate: |
5 |
Passaggi a livello: |
10 |
Esercizio: |
dati non disponibili |
Società Concessionaria: |
Società anonima Industriale dell’Aterno (SIA) |
Note: |
Stazioni di L'Aquila e Capitignano dotate di
rimessa locomotive |
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